La vite ha iniziato a "piangere" molto presto quest'anno (foto), segno del suo risveglio precoce. Logico: l'inverno 2019-2020 è il più caldo mai registrato in Francia. Questa anomalia avrà conseguenze sul ciclo della vite in Borgogna, e quindi sulla prossima annata. L'inverno più caldo dal 1900. Secondo una prima valutazione di Météo France, le temperature a dicembre, gennaio e febbraio sono salite a 2,7 ° C sopra il normale in Francia e 3 ° C per il quartiere nord-orientale, che include la Borgogna. https://twitter.com/KeraunosObs/status/1233309907375599616 cifre che difficilmente sorprenderanno i viticoltori. Nel complesso, né gelate né scaglie sono arrivati a disturbare i giorni di potatura e combustione di questo inverno. Quando, di solito, un inverno sulla Costa supera frequentemente la soglia dei -10°C. Buone notizie per la vite? Non proprio. Il freddo garantisce un ciclo ottimale, e la sua assenza disturba la pianta. Tra i rischi da temere quest'anno ci sono le malattie. Il freddo inibisce – o addirittura distrugge – parassiti come la peronospora, un microrganismo che attacca il fogliame e l'uva, con conseguente minore raccolta in quantità e qualità. Con un inverno mite, il parassita si prepara a più virulenti attacchi primaverili, costringendo i viticoltori a trattamenti molto regolari a maggio e giugno. Paradossalmente, l'altra paura dopo un inverno mite è che… gelo! Le temperature miti fanno sì che le gemme emergano prima del previsto dalle loro cose protettive, esponendole maggiormente a possibili gelate primaverili. Uno scenario già sperimentato nel 2016 e nel 2019, due annate segnate dai danni da gelo ad aprile. Questo rischio climatico è responsabile dei raccolti amputati e talvolta delle scadenze disuguali al momento del raccolto. https://twitter.com/Bourguignon_Vin/status/737199605490851840 È troppo presto per conoscere le conseguenze precise di questo inverno record, ma probabilmente dovrebbe segnare l'annata 2020.